Un annetto fa, o forse anche di più, scrivevo su un blog molto simile a questo. Oltre a occuparmi di recensioni di libri, avevo creato anche uno spazio che conteneva consigli diretti agli aspiranti scrittori. Tali consigli erano dati da professionisti del settore: scrittori, editor, agenti. Ho pensato di riproporre questi articoli anche qui.
Io penso che la scrittura non abbia delle vere e proprie "regole". La creatività è un'espressione personale delle proprie emozioni. Quindi vi invito a considerare questi articoli delle semplici "dritte": linee guida da cui partire, ma che potrete sviluppare e modificare secondo le vostre esigenze e le vostre scelte.
Il primo consiglio che vi propongo arriva dallo scrittore italiano Luca Azzolini. A lui ho domandato in che modo possiamo riconoscere le idee giuste per il nostro libro.
Come
fai a capire quando hai trovato le idee giuste per una storia?
Capire quali sono le idee giuste è
forse una delle cose più difficili. È come voler leggere una lingua
antica e incomprensibile, conoscendo poche nozioni di base. È come
voler esplorare l’universo, avendo soltanto un piccolo cannocchiale
puntato verso il cielo.
Eppure
chi scrive si rende conto subito se un’idea è quella giusta o no.
In prima battuta, almeno per me, tutto ha inizio da una
“folgorazione”. È la famosa ispirazione, che non necessariamente
deve accompagnare tutta la stesura del romanzo o della serie, ma che
si manifesta a tratti durante la scrittura.
Luca Azzolini |
Per
esempio: un’idea per un lavoro che è nata
mentre mi trovavo al Salone
del Libro di Torino qualche anno fa. Aggirandomi tra gli stand, mi ero accorto che un
“particolare genere di libro” non si trovava tra i tanti romanzi
pubblicati dai vari editori italiani. La prima cosa che ho fatto,
notando quel particolare non indifferente, è stata appuntarmi
quell’idea per poi svilupparla appena ne avessi avuto il tempo.
È
a questo punto che le cose si complicano. Un’idea promettente va
poi corredata da altre buone idee. Idee accessorie, però, che non
vadano cioè a offuscare quella principale, che sarà il fulcro
attorno al quale deve ruotare il libro o la serie, questo è
importante. Tutte le serie più note e famose ruotano attorno a
un’idea molto forte, che fa da perno a tutte quelle che si
sviluppano dopo.
Di
solito da cosa prendi spunto?
L’ho
in parte accennato sopra. Spesso, nel mio caso, l’idea si presenta
da sola. Sta a me afferrarla per tempo. Mi è capitato di avere una
buona idea, ma di non saperla rendere come volevo. È là, so cosa
dovrei fare, ma più ci ragiono più mi sfugge. In quei casi è
meglio non intestardirsi, si rischia solo di peggiorare la
situazione. L’idea forte c’è, non va perduta, ma se non si
riesce a costruirla in modo naturale, fluido o ispirato, mi viene da
dire, allora è meglio rallentare e dedicarsi ad altro.
Gli
spunti sono i più vari, ovviamente dai libri che leggo, dalla musica
o dal cinema. Ho scritto un romanzo storico che è nato da un
personaggio che ho incontrato in un manuale di Storia del Vicino
Oriente Antico, che ho studiato durante gli anni dell’Università a
Verona. È difficile dire da cosa si può restare affascinati, ma è
importante riconoscere quelle idee che vogliono essere scritte.
Un’idea che preme nella testa è un romanzo che va scritto. Per
forza. Punto.
Quanto
è importante essere originali oggi?
È
sicuramente importante, ma bisogna distinguere. L’originalità in
sé non vuol dire niente. Una scrittura originale, intesa come
brillante o accattivante, è già una forma di originalità. Un’idea
inedita, da sola, non basta. Ovvio che, quando le due cose si
sposano, idea originale e stile originale, esplode un caso letterario
senza se e senza ma.
Si
può essere originali anche proponendo tematiche già note e
sfruttate in molte saghe o romanzi, senza per questo dover rincorrere
l’idea innovativa a tutti i costi. Ci sono anche molti autori che
l’originalità non sanno nemmeno cosa sia, eppure hanno un seguito
di pubblico notevole e una loro credibilità. L’alchimia che sta
dietro un libro è impalpabile come la materia di cui sono fatti i
sogni. L’originalità è un fattore importante, se c’è siamo un
passo avanti, ma non è vincolante per la riuscita di un buon
romanzo.
Luca
Azzolini Nato
a Ostiglia (Mantova) il 21 maggio 1983, Luca si laurea a Verona in
Scienze dei Beni Culturali (2006) e in Storia dell’Arte (2009),
entrambe le volte cum laude. Scrive il suo primo racconto a 18 anni, La
Nuova Dimora,
apparso nell’antologia Verba
Market
(2001). Collabora con la rivista on-line Fantasy
Magazine
dal 2006 al 2012. Da allora ha pubblicato oltre 300 tra articoli,
recensioni, racconti e approfondimenti su varie riviste on-line e
cartacee.
Ha
pubblicato romanzi con molte case editrice, tra cui Piemme. Dal 2010
lavora in vari campi editoriali e ha svolto diverse mansioni:
dall’editing, alla lettura di manoscritti (italiano – inglese),
alla redazione di testi.
I
suoi libri
Ricordare
i cieli (Giovane
Holden Editore, 2007)
Il Fuoco della Fenice (La Corte Editore, 2009)
Sanctuary (Asengard Editore, 2009)
Evelyn Starr – Il Diario delle Due Lune con Francesco Falconi (Piemme Edizioni, ottobre 2011)
Evelyn Starr – La Regina dei Senzastelle con Francesco Falconi (Piemme Edizioni, maggio 2012)
Il Fuoco della Fenice (La Corte Editore, 2009)
Sanctuary (Asengard Editore, 2009)
Evelyn Starr – Il Diario delle Due Lune con Francesco Falconi (Piemme Edizioni, ottobre 2011)
Evelyn Starr – La Regina dei Senzastelle con Francesco Falconi (Piemme Edizioni, maggio 2012)
Sito
ufficiale dell'autore:
http://www.lucaazzolini.it/
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